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AI Overview: impatto in SERP e come farsi trovare

AI Overview: impatto in SERP e come farsi trovare

L’evoluzione del modo in cui cerchiamo e troviamo informazioni online ha raggiunto una nuova tappa nei primi mesi del 2025 con l’introduzione di AI Overview da parte di Google. Questa funzione rappresenta una svolta epocale nel panorama SEO, poiché sta già influenzando profondamente visibilità, CTR e comportamento degli utenti.

Dopo il rilascio iniziale nei paesi anglosassoni nel 2024, AI Overview è stata introdotta in Italia il 26 marzo 2025. Il debutto ha avuto un impatto immediato sul mondo SEO nazionale, attirando l’attenzione di marketer, editori e sviluppatori di contenuti.

Ma come funziona esattamente? E cosa possono fare aziende e siti web per farsi trovare in questa nuova realtà di ricerca con contenuti efficaci?

Come funziona AI Overview

AI Overview è una funzionalità nativa della Ricerca Google, basata sull’intelligenza artificiale generativa. Il suo obiettivo principale – secondo il colosso di Mountain View – è quello di semplificare e arricchire l’esperienza di ricerca degli utenti, offrendo una risposta sintetica, accurata e strutturata già nella parte più alta della SERP.

La tecnologia alla base di AI Overview è Gemini 2.0, uno dei modelli linguistici più avanzati sviluppati da Google. Il processo che guida la generazione delle risposte sfrutta una tecnica chiamata query fan-out, che permette di esplorare contenuti da varie fonti online, suddividerli in gruppi tematici e successivamente selezionare i passaggi più rilevanti. Il risultato? Una panoramica chiara e ben organizzata, che risponde in linguaggio naturale alle query dell’utente.

Una delle caratteristiche fondamentali di questa funzione è la citazione delle fonti: accanto al testo generato, Google mostra i link ai siti da cui ha estratto le informazioni, offrendo all’utente la possibilità di approfondire… e fare anche un check di correttezza di quanto riportato, per scongiurare errori e allucinazioni.

L’esperienza è pensata per essere integrata direttamente in SERP, senza che l’utente debba attivarla: compare automaticamente nella maggior parte delle ricerche. L’unico modo per non vederla è utilizzare la modalità di navigazione in incognito.

Quale impatto sta avendo in SERP?

L’introduzione di AI Overview ha modificato drasticamente l’architettura della pagina dei risultati di Google, cambiando le regole del gioco per chi si occupa di SEO.

Visibilità e Posizionamento

Il box AI Overview si posiziona nella parte superiore della SERP, prima sia ai risultati organici tradizionali che agli annunci a pagamento. Ciò significa che, anche se un sito si trova al primo posto nei risultati organici, potrebbe non essere immediatamente visibile all’utente.

Questo ha creato una nuova gerarchia della visibilità: essere presenti nella panoramica AI può valere più del primo posto classico.

CTR in calo e ricerche “zero-click”

Uno degli effetti collaterali più evidenti è la diminuzione del Click-Through Rate sui risultati organici. Gli utenti, soddisfatti dalla risposta sintetica offerta da AI Overview, spesso non cliccano sui link sottostanti. Si parla già di un aumento delle ricerche “zero-click”, in cui l’utente non visita alcun sito esterno.

Alcune analisi preliminari suggeriscono un dimezzamento del CTR organico medio per query in cui compare AI Overview, con un impatto diretto sul traffico e, di conseguenza, sulle conversioni.

Nuovo comportamento dell’utente

La modalità con cui gli utenti interagiscono con la ricerca sta cambiando. L’uso di AI Overview favorisce:

  • Query più lunghe e conversazionali
  • Permanenza maggiore sulla pagina di Google
  • Fiducia nel contenuto proposto dalla panoramica AI

In pratica, Google ha messo in pratica ciò di cui negli ambienti SEO si parla da quasi un decennio: la trasformazione dei motori in ricerca in motori di risposta.

Opportunità e sfide per i brand

L’arrivo di AI Overview sta portando con sé una serie di sfide concrete per chi lavora nel digitale. Come accennato, la complicazione più grande è la diminuzione del traffico organico verso i siti web: quando la risposta che l’utente cerca è già visibile nella panoramica generata dall’intelligenza artificiale, la necessità di cliccare su un risultato si riduce drasticamente. Questo calo può avere effetti significativi su performance, monetizzazione e lead generation, in particolare per quei business che si affidano al traffico organico come principale canale di acquisizione.

Un altro aspetto critico è il minor controllo sul messaggio: l’AI seleziona, interpreta e riformula le informazioni presenti sul sito, estraendo concetti e frasi fuori dal loro contesto originale. Questo processo di sintesi, seppur basato su fonti affidabili, non sempre restituisce fedelmente l’intento dell’autore o la sfumatura del contenuto.

Si aggiunge poi il tema del bias nella selezione delle fonti: alcune analisi – non ancora confermate – suggeriscono che Google potrebbe tendere a privilegiare contenuti affiliati ai propri servizi o piattaforme, riducendo ulteriormente la visibilità per siti indipendenti, soprattutto se di piccole o medie dimensioni.

Tuttavia, accanto a queste criticità, emergono anche molte nuove opportunità per i brand: essere citati in AI Overview rappresenta una forma notevole e innovativa di visibilità, paragonabile a una menzione editoriale di rilievo. Anche in assenza di un clic diretto, il nome del sito può apparire associato a contenuti autorevoli e informativi, contribuendo a rafforzare la brand awareness e la reputazione online.

Inoltre, per le query più complesse, gli utenti tendono ancora ad approfondire l’argomento consultando più fonti, il che può tradursi in nuove opportunità di visita per i siti citati.

Come farsi trovare nei risultati di ricerca dei motori AI?

Alla luce di tutto questo, la domanda che tutti gli operatori di settore specializzati si pongono è: quali sono le nuove regole dell’ottimizzazione per i motori di ricerca generativi? Come diventare “fonti” attendibili, sia per AI Overview che per ChatGPT, Perplexity e altri?

In questo scenario, a fare la differenza è la qualità dei contenuti: Google, per evitare risposte imprecise o fuorvianti, predilige testi che dimostrano esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità (secondo i classici principi E-E-A-T). Di conseguenza, le aziende che sapranno investire in contenuti solidi e ben curati potranno ancora ritagliarsi un posto rilevante anche nell’era dell’AI generativa. In particolare:

  • L’AI non seleziona contenuti generici: privilegia testi strutturati, informativi e ben argomentati. Fornire risposte chiare, ma anche approfondimenti unici, casi studio, infografiche, video o tool interattivi che l’AI non può sintetizzare completamente;
  • Creare contenuti firmati da esperti del settore, con riferimenti credibili e aggiornati, è altrettanto importante. Anche l’uso di dati di scenario e percentuali da fonti autorevoli e istituti di ricerca accreditati è qualcosa che Google predilige;
  • Paragrafazione e formattazione sono utili perché aiutano l’AI a comprendere e segmentare i contenuti per una possibile inclusione nel riassunto;
  • Le query AI-oriented sono spesso interrogative: creare sezioni FAQ, articoli How-to, guide passo passo può essere di grande supporto.

AI Overview rappresenta una nuova frontiera della ricerca, che impone a marketer e aziende di rivedere la propria presenza online. Per distinguersi, oggi non basta più essere primi in SERP: bisogna essere tra i contenuti selezionati dall’intelligenza artificiale di Google. E questo richiede strategia, qualità e un’attenzione costante all’evoluzione della ricerca.

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